ORTONA 

“Ortona biancheggiava come un’ignea città asiatica su un colle della Palestina, intagliata nell’azzurro, tutta in linee parallele, senza i minareti. Quella catena di promontori e di golfi lunati dava immagine d’un proseguimento d’offerte, poichè ciascun seno recava un tesoro cereale. La ginestra spandeva per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa d’effluvio, come da un turibolo.L’aria respirata deliziava come un sorso di elisire".
Gabriele D’Annunzio, "Trionfo della morte"



La Città di Ortona trasmette emozioni e messaggi con le sue bellezze paesaggistiche, urbanistiche e artistiche, in un tripudio di colori, forme e fragranze, provenienti dall’azzurro mare, dalla Maiella Madre e dagli ubertosi e verdi campi, che le fanno corona.
I suoi palazzi signorili, pubblici e privati, le piazze, eleganti e severe, antiche e moderne, il Castello Aragonese, la Cattedrale di S. Tommaso Apostolo, le Chiese, i Musei, le Torri, il Teatro Comunale "Francesco Paolo Tosti", sono alcuni dei tesori che possiede.
Altrettanto importanti sono i beni immateriali che custodisce, rappresentati dalle opere imperiture di personaggi storici, grandi artisti e Maestri di fama internazionale: Gabriele D’Annunzio; Francesco Paolo Tosti; Basilio, Tommaso, Pietro e Michele Cascella; Guido Albanese; Luigi e Alessandro Dommarco; Tommaso Colonnello; Giovanni Nenna; Beniamino De Ritis; Giuseppe Massari; Aldo D’Adamo; Franco Sciusco; Giuseppe Massari.
 
Il Castello Aragonese, fatto costruire sui ruderi dell’antica fortezza bizantina per decreto del re Alfonso d’Aragona a difesa del porto e della città, in seguito ad un attacco dei Veneziani avvenuto il 30 giugno 1452.
Esempio interessante di architettura militare del Quattrocento, ceduto a privati nel 1828, franato nel 1946, è stato restaurato dalla Sovrintendenza ai monumenti dell’Aquila, che ha provveduto anche al consolidamento del colle.
G. D’Annunzio in una delle tante lettere scritte a Barbara Leoni così lo descrive “...Rare volte ho veduto un luogo così bello. Quel castello solitario rispondeva al mio sogno modesto...”

La Cattedrale di S.Tommaso, eretta su resti di un tempio romano, fu distrutta nella battaglia che i Normanni sostennero contro i Franchi-Longobardi e ricostruita nel 1127.
Nel 1258 il capitano Leone Acciaiuoli, secondo il racconto tramandato dal canonico Paolo Recchini, approdato nell’isola di Chios, dove erano sepolte le ossa dell’Apostolo Tommaso, le trafugò, portandole ad Ortona. Notevole l’affluenza dei pellegrini, iniziata nel 1366 con la visita della mistica svedese S. Brigida e poi con la concessione dell’indulgenza plenaria nel 1389 da Papa Bonifacio IX, confermata da Papa Sisto IV nel 1479. La Cattedrale ha subito nel corso dei secoli notevoli danni, a causa delle incursioni turche, di incendi e della guerra del 1943.

Annesso alla Cattedrale il Museo Diocesano. Conserva un importante patrimonio artistico di varie epoche e stili.
La Chiesa e il Convento di S.Caterina, costruita forse intorno al 1000, si affaccia sulla via Orientale e fa parte di un complesso monumentale, un tempo Monastero delle suore benedettine-cistercensi. La struttura attuale forse risale alla prima metà del Seicento, quando le suore di clausura cistercensi la dedicarono a S. Caterina d’Alessandria.
Oggi è chiamata Oratorio del Crocifisso Miracoloso. Alcuni dipinti sono conservati nel Museo diocesano.

Oggi il complesso monumentale ospita il Muba 43-Museo della Battaglia 1943, la Biblioteca Comunale e la Biblioteca dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, dove sono raccolti importanti documenti, reperti, testimonianze e giornali riguardanti il mare.

La chiesa del Purgatorio, chiamata nel Seicento chiesa di S. Margherita vecchia o del Suffragio, ampliata e modificata nei secoli successivi.

La chiesa di S.Maria delle Grazie, completamente ricostruita dopo il bombardamento del dicembre 1943, che conserva due tele del Seicento: S.Francesco in estasi, della scuola del Guercino e Gesù flagellato, di drammatica intensità, di un pittore polacco che operò molto in Abruzzo.

La chiesa di S. Maria di Costantinopoli, nome derivato da un’icona antica probabilmente perduta. Contiene un affresco trecentesco di Madonna con bambino. La chiesa è stata distrutta dai Turchi nel 1566 e poi gravemente danneggiata nella seconda guerra mondiale.

La chiesa della SS.Trinità, costruita nel 1626, era unita al convento dei Cappuccini, espropriato dal Comune per ubicarvi il Cimitero.
Nell’ingresso vi sono le tombe degli artisti ortonesi: Francesco Paolo Tosti, Guido Albanese e Michele Cascella.
Fuori l’opera monumentale in ceramica di Tommaso Cascella, raffigurante i tragici giorni della guerra 1943/45.

Il Museo Civico di Arte contemporanea e Pinacoteca Cascella, che custodisce importanti opere anche di artisti ortonesi.

Il Museo ex libris Mediterraneo, secondo in Italia e terzo in Europa, punto di riferimento per i cultori di ogni Paese.

La Biblioteca e Museo Musicale d’Abruzzo dell’Istituto Nazionale Tostiano, fondato da Francesco Sanvitale e Tommaso Caraceni per documentare la vita e le opere del compositore ortonese Francesco Paolo Tosti. Conserva un interessante patrimonio documentario costituito dal Fondo Tosti, dalla Collezione W.Travaglini, dal Fondo De Luca, Fondo Nino Antonellini, Fondo Guido Albanese e Fondo Don Dino Pacaccio.

Il Teatro Comunale "F.P. Tosti" è situato sull’area un tempo proprietà del Convento di S. Caterina. Si affaccia sulla passeggiata orientale, da dove lo sguardo si allunga fino all’infinito e l’orizzonte si fonde con il mare. Lo progettò e finanziò l’ingegnere ortonese Tommaso Pincione. Adornano la luminosa facciata due aquile bronzee e la statua della Musa Melpomene, dea della tragedia e della commedia. Di fronte al Teatro si erge il monumento a F.P.Tosti dello scultore Giuseppe Massari.

Palazzo Farnese, fatto costruire nel 1584 da Margarita d’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V, sorella del re di Spagna Filippo II, moglie dapprima di Alessandro dei Medici e poi del duca di Parma Ottavio Farnese. Progettata da uno dei più noti architetti del tempo, Giacomo Della Porta, lo stesso che a Roma aveva progettato la chiesa di S.Filippo dei Francesi e aveva ultimato la facciata della chiesa del Gesù iniziata dal Vignola e la cupola di S. Pietro dopo la morte di Michelangelo.

Tra i bei palazzi che si affacciano su Corso Matteotti, detti “palazziate”, dimore della nobiltà e della borghesia più ricca, spiccano il secentesco Palazzo Corvo, ora sede dell’Istituto Nazionale Tostiano e dell’Enoteca Regionale d’Abruzzo, Palazzo Mignotti, Palazzo Pugliesi, Palazzo Grilli,Torre Baglioni, ora Torre della Loggia, Palazzo Mancini, edificato agli inizi del Cinquecento dalla famiglia De Sanctis. Questo palazzo ospitò più volte Margarita d’Austria nei suoi frequenti soggiorni ortonesi e che qui morì nel 1586. 


Nell’insenatura sottostante la Città, oltre il porto e il Lido Saraceni, si snoda la pista ciclopedonale, che fiancheggia la costa dei Trabocchi. 


Anche le feste e le tradizioni popolari sono opere d’arte.
Il Perdono è la festa più importante della Città, legata al culto dell’apostolo Tommaso, patrono di Ortona. Ai fedeli presenti alla cerimonia liturgica del Santo viene concessa l’indulgenza plenaria, ossia la remissione della pena temporale di tutti i peccati. Il suggestivo corteo storico delle chiavi e il Dono fanno parte integrante dei festeggiamenti.

La ricorrenza di S. Sebastiano del 20 gennaio dà inizio al nuovo anno in Piazza S.Tommaso. Il “vaporetto”, una barchetta di cartapesta carica di razzi fumogeni sospesa ad un filo di ferro, collegato alle due estremità della piazza, percorre una volta all’andata e una volta al ritorno il filo. L’esito felice della corsa annuncia una buona annata in terra e in mare. Dopo il vaporetto è tradizione riunirsi con amici e consumare il tipico “puzzinette”, stoccafisso con broccoli di rape, così chiamato dal nome del recipiente di rame in cui un tempo si cucinava. S. Antonio Abate, una delle sacre rappresentazioni legate al santo egiziano, che ha come soggetto la vita del Santo, che termina con la richiesta di cibo e vino.

La Maggiolata è una festa canora. I maggiaioli indossano vecchi costumi tradizionali e interpretano canti popolari dialettali.

Il mare e la terra donano ingredienti, che, accostati sapientemente, permettono di realizzare piatti dal gusto unico e intenso: “Pizze e fuojje”, cardone, spezzatino di pollo o coniglio a zif e zaf, fegatazzi, il brodetto, la nevola, la cicerchiata, le zeppole, le pizzelle, i fiadoni, le pupe, i cavalli, le crespelle e li caviciune con la scrucchijete, i mostaccioli, i bocconotti.
Essi vengono accompagnati da vino cotto e dagli eccellenti vini premiati in tutte le esposizioni nazionali e internazionali: Montepulciano d'Abruzzo, Trebbiano, Pecorino, Passerina, Cococciola.

Link utili

Per saperne di più visita i siti che parlano di Ortona

https://ortonawelcome.it/
Cattedrale di San Tommaso Apostolo https://www.tommasoapostolo.it/Museo della Battaglia   https://mab.comuneortona.ch.it/musei/museo-della-battaglia-di-ortona/
Istituto Tostiano   http://www.istitutonazionaletostiano.it/it/  Pinacoteca Cascella   https://mab.comuneortona.ch.it/musei/pinacoteca-cascella/
Museo Diocesano   https://www.museodiocesanoortona.it/